Tra la sabbia e il sole, un salvataggio inaspettato

by zuzustory1303
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Quel cane non cercava cibo… chiedeva aiuto Cinque amiche, legate da anni di amicizia, si erano ritrovate per una giornata di relax in spiaggia. Avevano steso grandi coperte sulla sabbia calda e si godevano il sole estivo, ridendo, chiacchierando e lasciandosi cullare dalla vista dell’orizzonte.

Accanto a loro, un cestino pieno di dolci fatti in casa, frutta fresca e bibite rinfrescanti completava il quadro perfetto di una giornata spensierata. L’atmosfera era serena, quasi magica.

Poi, all’improvviso, il momento fu interrotto da un cane. Spuntato dal nulla, un meticcio di taglia media, dal pelo arruffato e gli occhi svegli, cominciò a correre attorno a loro, abbaiando forte e muovendosi in modo agitato.“Ma che carino!”, esclamò una delle donne, offrendogli un biscotto.


“Poverino, forse ha fame”, disse un’altra, porgendogli un altro boccone. Ma il cane ignorò il cibo. Continuava a girare attorno a loro, sempre più nervoso, abbaiando con insistenza. C’era qualcosa di strano nel suo comportamento, qualcosa che fece tacere le risate.

Fu allora che una delle donne, la più attenta, sbiancò di colpo. Indicò il fianco dell’animale con la mano tremante.
“Ragazze… guardate il suo pelo.”

Tra i ciuffi rossicci si intravedevano macchie scure. Sangue.
Si avvicinarono per guardare meglio: le zampe e il fianco del cane erano macchiati di sangue fresco.

“È ferito?”, chiese qualcuno, spaventata.
Ma il cane non mostrava segni di dolore. Non zoppicava, non guaiva. Invece, si voltò e cominciò a correre verso un promontorio roccioso, guardandosi indietro come per dire: “Seguitemi.”

E le donne lo seguirono, con il cuore in gola.m Sulla sabbia umida, poco distante, giaceva un uomo privo di sensi. Una chiazza scura di sangue si allargava sotto la sua testa, accanto a una pietra lucida: probabilmente era scivolato, battendo violentemente il capo.

Il cane corse da lui, lo annusò e abbaiò di nuovo, questa volta con insistenza. Una delle donne prese subito il telefono e, con mano tremante, chiamò i soccorsi.
“Respira?”, chiese un’amica inginocchiandosi accanto a lui.
“A fatica…”, rispose un’altra, appoggiando la mano sul suo petto.

Nel frattempo cercarono di tenerlo cosciente, di calmare il cane e di darsi forza a vicenda. Un pensiero comune si era fatto strada nei loro cuori: se non fosse stato per quel cane, non avrebbero mai saputo che così vicino a loro qualcuno lottava per la vita.

Pochi minuti dopo, le sirene squarciarono il silenzio dell’estate. I soccorritori arrivarono e, con grande cautela, sistemarono l’uomo su una barella.

E il cane, finalmente, sembrò rilassarsi. Si avvicinò lentamente a una delle donne, si accucciò accanto a lei e lasciò che gli accarezzasse la testa.
Come a dire: grazie per avermi ascoltato.

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