Ho trovato oltre 30 oggetti strani tra le cose di mia nonna. Non immaginavo minimamente cosa fossero…
Rovistando tra le vecchie scatole di mia nonna, mi sono imbattuto in un vero mistero: più di 30 oggetti bizzarri, di plastica e metallo, ognuno con una forma diversa, strana e affascinante. All’inizio ho pensato fossero pezzi di qualche vecchio apparecchio o magari giocattoli dimenticati. La verità, però, era molto più interessante.
Dopo giorni di dubbi e ipotesi assurde, è stata mia madre a svelare l’enigma:
“Sono bigodini per la permanente!”
E all’improvviso tutto ha avuto senso. Quegli oggetti insoliti non erano altro che strumenti fondamentali per lo stile e la bellezza di un’intera generazione.
Un po’ di storia: i bigodini e l’arte dei ricci perfetti
I bigodini esistono da oltre un secolo. All’inizio del ‘900 erano realizzati in metallo o plastica dura, molto semplici, ma hanno rivoluzionato il modo in cui le donne modellavano i capelli.
D’improvviso, chi aveva i capelli lisci poteva ottenere onde e ricci con facilità: un simbolo di femminilità ed eleganza. Negli anni ’50 e ’60, il design è diventato più sofisticato: bigodini flessibili, in varie forme e dimensioni, pensati per ogni tipo di capello. Comodi, pratici e sempre più presenti nei saloni e nelle case.
Il boom negli anni ’80 e ’90: la regina era la permanente
Il vero trionfo dei bigodini è arrivato negli anni ’80-’90, quando i ricci voluminosi erano la massima espressione della moda. La permanente era praticamente d’obbligo: si passavano ore intere tra lavaggi, avvolgimenti, lozioni e neutralizzanti, spesso nel bagno di casa, non solo nei saloni.
La bellezza di quel periodo? Chiunque poteva farsi la permanente da sola, grazie ai kit fai-da-te. Bastava un po’ di manualità, pazienza… e tanti bigodini.
Oggi i bigodini sono oggetti vintage – ma ancora affascinanti
Anche se la permanente non è più una tendenza dominante, i bigodini vintage hanno ancora il loro fascino. Alcuni li collezionano, altri li usano per ricreare look retrò ispirati agli anni ’60, ’70 o ’80. E sì, ancora funzionano!
Morale?
Dietro a quegli strani oggetti trovati per caso si nascondeva una piccola parte della storia della bellezza. Una routine, una moda, un rituale che oggi può sembrarci lontano, ma che ha segnato un’epoca intera.