“Quello che abbiamo trovato stamattina nel cortile non era solo inquietante. Era inspiegabile.” All’inizio sembrava una corda dimenticata, magari un vecchio gioco finito tra i rami dell’albero. Ma più ci avvicinavamo, più cresceva dentro di noi una strana sensazione. Quella non era una corda.
Penzolava da un ramo basso, vicino al tosaerba: una catena di sacchetti ovali, collegati tra loro con precisione inquietante. Nessuno di noi l’aveva mai vista prima. Eppure, era lì — sospesa, silenziosa, come se fosse comparsa da sola durante la notte.

Mio marito notò sull’erba delle tracce strane, come se qualcosa avesse strisciato o camminato fino a lì. E poi, quella cosa: appesa come parte di un rituale naturale… o forse no. Ci avvicinammo. I sacchetti erano semitrasparenti. Dentro, qualcosa si muoveva. Lento. Coordinato. Troppo coordinato.
Abbiamo chiamato un esperto entomologo. Dopo aver osservato da vicino, ha scosso la testa:
“Non so cosa siano. Non ho mai visto nulla del genere.”
Forse falene. Forse ragni. Forse… qualcosa ancora non documentato.
Ma ciò che ci ha davvero fatto gelare il sangue?
I bozzoli si muovevano insieme, pulsando come se respirassero all’unisono. Perfettamente sincronizzati. Come una sola creatura in molte forme.

Da quel momento, il nostro cortile non è più lo stesso. Guardiamo quell’albero con timore. Non sappiamo se quello che abbiamo visto era un raro fenomeno naturale o un segnale che qualcosa — qualcosa di sconosciuto — si sta svegliando.
Una cosa però la sappiamo con certezza:
Non era una corda.
E forse… non dovevamo trovarla.